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Sono iniziati nel Polo chimico di Spinetta Marengo i lavori per la bonifica dei terreni contaminati da cromo esavalente, residuo di produzioni dismesse fin da inizio anni ’80.

Si tratta di un progetto innovativo che prevede l’iniezione nel terreno di una soluzione di Ditionito di sodio. La reazione chimica trasforma il cromo esavalente, solubile (quindi mobile in falda) e pericoloso, in cromo trivalente, insolubile e non più pericoloso. Dopo un’attività sperimentale di laboratorio portata avanti da Solvay insieme all’Università Avogadro di Alessandria e alla società di consulenza ambientale Ramboll/Environ, nel 2012 sono iniziate  le prove pilota in campo, a cui ha preso parte anche il CNR. Ulteriori prove sono state condotte sotto il controllo di ARPA.

Il risultato di tutti questi test è stato estremamente positivo: il cromo esavalente residuo rispetta gli obiettivi di bonifica, convertendo in media l’80% del cromo esavalente in trivalente. Altri test, volti a dimostrare la stabilità nel tempo della soluzione adottata, ne hanno confermato l’efficacia.

L’utilizzo del Ditionito di sodio - dichiara Aldo Trezzi della società Ramboll/Environ - è una tecnica di bonifica già applicata a livello internazionale, per il trattamento delle acque sotterranee. L’impiego di una soluzione acquosa iniettata nel terreno sopra la falda è invece una novità assoluta. In seguito agli ottimi risultati ottenuti, Solvay ha deciso di presentare la candidatura di questa metodologia al concorso internazionale “Life Programme” indetto dalla Comunità Europea,  riservato ai progetti ambientali innovativi”.

La tecnica è molto semplice - racconta l’ingegner Caterina Di Carlo, Environmental Engineer di Solvay Specialty Polymers - Si inietta una soluzione di Ditionito di sodio che, permeando nel terreno, genera una riduzione immediata del Cromo esavalente trasformandolo in Cromo trivalente. La tecnica utilizzata, chiamata “Direct push”, prevede iniezioni ogni 0,5 metri di profondità fino a raggiungere la frangia capillare a 7/8 metri, utilizzando una punta forata che viene fatta penetrare nel suolo. Viene così trattato il terreno lungo tutta la profondità della perforazione per un raggio di circa un metro e mezzo. Per coprire tutta l’area da trattare è quindi necessario eseguire iniezioni a distanza di circa 2 metri l’una dall’altra'.

La soluzione viene preparata mediante una macchina di dosaggio e miscelazione ed è costituita da polvere di Ditionito di sodio in acqua. Dal serbatoio della macchina si alimenta poi direttamente la pompa di iniezione che lavora sul terreno a 15/18 bar.

Si possono eseguire circa quattro perforazioni al giorno, per cui i tempi di trattamento sono piuttosto lunghi. All’interno dello stabilimento sono state identificate 7 aree da bonificare che verranno trattate nel corso dei prossimi anni”. 

“Per questa bonifica è previsto un investimento di 7.000.000 euro – afferma l’ingegner Stefano Bigini Direttore dello Stabilimento Solvay di Spinetta Marengo – L’intervento di risanamento riguarderà circa 30.000 metri quadrati di terreni che dopo il trattamento rientreranno ampiamente nei parametri di legge. Si tratta delle aree delle produzioni di cromati e bicromati, produzioni dismesse dalla Montedison all’inizio degli anni ottanta'

Per concludere, questa tecnica è efficace perché elimina l’80% del cromo esavalente che viene trasformato in cromo trivalente. Rispetto ad altre tecniche, anch’esse valutate, quella scelta è la più adatta al sito di Spinetta Marengo. E’ infatti compatibile con l’operatività dello stabilimento, esclude i rischi che sarebbero derivati dal trasporto del terreno e risolve il problema alla fonte, evitando di spostare la contaminazione in altra zona come nel caso di messa in discarica”.